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Squilla il telefono. Guardi l’orologio, le 20 in punto. L’ennesimo cliente rompicoglioni che vuole sapere a che punto sia quel progetto lì sull’intelligenza artificiale. Lasci squillare con un sorriso malandrino. Stasera c’è l’infrasettimanale, il Napoli ospita l’Udinese al Maradona, non ci sei per nessuno.

Il programma è lo stesso di sempre. Scorri la rubrica delle vecchie stagiste. L’indice si ferma su Sarah, perché no? Polpaccio solido, décolleté generoso e sguardo glaciale alla Botheim, come piace a te.
L’appuntamento è alle 20.30 da Grand&Gross, solito tavolino in fuorigioco, appiccicato al maxi schermo. Ti presenti qualche minuto in anticipo perché no, il commento pre-partita di Borja Valero non te lo perderesti neanche se ci fosse il matrimonio del tuo migliore amico. Annunciano le ufficiali. Osimhen in panca. Strano, pensi.
Il telefono continua a squillare. Ti accorgi dei 25 messaggi persi da Dado.
“Ehi pres, hai visto che casino? Il merda se ne vuole andare da Napoli!!!”

Metti via il cellulare. Ripensi ai 285 crediti spesi mentre Sarah ti parla di quella borsetta che ha visto in vetrina da Hermes. Ripensi ai brividi selvaggi che avevano scosso il tuo corpo quando El Padellon non aveva più osato rilanciare. Ordini due Ciapaciuc. Il cameriere ne lascia una a Sarah ma tu lo fermi con sgarbo, sono entrambe per te, e che cazzo.

Il resto della serata è nebuloso, frammentato. Ti allontani dal tavolo con la scusa di andare in bagno, lasci a Sarah il conto da pagare. Tasti la tasca della giacca e scopri con piacere che lei è ancora lì dove l’avevi lasciata, le tue mani non possono mentire. La tiri fuori. È la stessa che avevi indossato all’asta: la mascherina del tuo numero nove subsahariano. La indossi e ti guardi allo specchio. Sul tuo volto si apre un sorriso pericoloso, diabolico. Esci dal portone sul retro e scompari nelle campagne sabaude, dove nessuno ti può prendere. Per questa notte sarai tu, il supereroe.